Prendersi cura di una persona affetta da malattia di Alzheimer, o altro tipo di patologia neurologica, è una sfida complessa, che spesso i familiari si trovano ad affrontare senza il ricorso ad un sostegno esterno, che li accompagni nel percorso assistenziale e nelle tensioni emotive che esso comporta. Varie indagini hanno analizzato la condizione odierna dei caregiver, mettendo in risalto il loro disagio, che si esprime in affaticamento, dolore psichico, malattie della mente e del corpo.
Le manifestazioni psicofisiche sono simili al burnout: sensazione crescente di stanchezza e di esaurimento emotivo, sintomi psichici come ansia e depressione, disturbi del sonno, disturbi gastro-intestinali e un generale peggioramento della qualità di vita.
I colloqui di sostegno psicologico ai caregiver sono volti ad accompagnare il caregiver in questo compito complesso, migliorando la qualità dell’approccio al malato e formando il familiare sull’utilizzo di tecniche di riabilitazione cognitiva informale domiciliare.
Nell’offrire sostegno ai caregiver, ci si pone un duplice obiettivo:
– offrire ai familiari uno spazio di contenimento ed elaborazione delle problematiche legate alla patologia e un modo per gestire in maniera più funzionale sentimenti ed emozioni intensi come irritazione, rabbia, stanchezza, senso di colpa, angoscia;
– fornire informazioni tecniche e di comportamento affinché il familiare non si senta più dominato dall’ansia, dall’incertezza tramite una rassicurazione su diversi argomenti e aspetti della malattia, invitandoli alla relazione, all’ascolto, all’attenzione verso le manifestazioni non verbali.